Vi dico la data della vostra morte?

Una goccia di sangue potrà dirci se supereremo i 95 anni. In 150 frammenti di Dna si nasconde il segreto di lunga vita. Anzi, di lunghissima vita. Il più grande studio statistico sui centenari mai svolto, oltre mille vegliardi seguiti dal 1995, ha svelato la ricetta della longevità. Dopo i 95 anni, ciò che permette di spegnere candelina per ancora molte lune è soprattutto la genetica, meno importanti sono l’ambiente in cui si vive o lo stile di vita.

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Ma c’è di più, la ricerca pubblicata oggi su “Science”, sembra smentire l’ipotesi corrente che la longevità sia dovuta alla mancanza di variazioni genetiche che possono condurre a malattie. In altre parole “I nostri risultati preliminari sembrano contrastare l’ipotesi che se una persona vive a lungo è perché non possiede quelle varianti nei geni che aumentano il rischio di malattie comuni, come l’ipertensione, il diabete, o le patologie cardiache”, spiega Paola Sebastiani, 46enne professoressa di biostatistica alla Boston University School of public health, firmataria del lavoro.

Ma andiamo per gradi. L’aspettativa di vita per i paesi sviluppati oggi va dagli 80 agli 85 anni. Fino a quell’età ciò che permette di invecchiare bene sono fattori ambientali (stile di vita, abitudini alimentari, lo svolgimento o meno di attività sportive, fumare o no) e genetici. Per esempio, un precedente studio sugli Avventisti del settimo giorno, che in virtù della loro religione hanno comportamenti quanto mai salubri, ha mostrato come queste persone abbiano una aspettativa di vita di ben 88 anni: 3-8 più della media. Analisi sui gemelli hanno poi suggerito che la genetica conterebbe solo per il 20-30% quando si tratta di toccare il traguardo degli 85 anni.

Tutto cambia, però per chi vive dieci, trenta anni oltre questa soglia. “La nostra ricerca mostra in modo molto evidente che la longevità ha una forte base genetica” racconta Sebastiani. I ricercatori hanno cercato di determinare le varianti genetiche che caratterizzano i centenari e ultracentenari (fino a 119 anni) e hanno individuato 150 marker genetici. “Abbiamo costruito un modello che può essere usato per predire la capacità di un individuo di superare i 90 anni sulla base del suo Dna che raggiunge una precisione del 77% – spiega la ricercatrice nativa di Brescia -. Il restante 23% che non riusciamo a prevedere può essere dovuto o a varianti genetiche ancora sconosciute oppure all’ambiente e allo stile di vita”. Il gruppo di autori dello studio ha specificato che non intende brevettare la propria scoperta, e che anzi, nel giro di poche settimane vuole creare un sito, a disposizione di chiunque, dove è possibile inserire i propri dati genetici e scoprire la propria aspettativa di vita (“sarà necessario prendere un campione del proprio sangue, fare un’analisi del Dna relativa a questi 150 marker e infine inserire i risultati nel software a disposizione sul sito” chiarisce Sebastiani.

I ricercatori hanno poi visto che i centenari studiati possono poi essere divisi in 19 sottogruppi simili  tra loro per il modo in cui invecchiano (chi evita le malattie, chi vive con certe patologie più a lungo della media). Il grande campione era composto da persone di origine caucasica, per l’85% erano donne (perché a questa età sono molto più frequenti degli uomini). Vi erano anche italiani (del Nord e del Sud), ma la provenienza geografica non sembra essere rilevante nella suddivione dei marker.

Con sorpresa, però, i ricercatori hanno scoperto che i fattori di rischio delle malattie più comuni sono ugualmente presenti tra chi taglia il traguardo dei 100 anni e le persone normali: “Il Dna centenari che abbiamo esaminato aveva  lo stesso numero di varianti associate a malattie degli altri. Questo ci fa pensare che non è la mancanza di queste varianti che fa vivere a lungo, ma è proprio l’arricchimento delle variazioni genetiche da noi individuate che permette un’eccezionale longevità”. Tanto che quasi la metà dei centenari analizzati aveva la maggiore proporzione di questi 150 elisir di lunga vita nel proprio Dna.

 

E voi cosa ne pensate? Vorreste conoscere la vostra aspettativa di vita? Vi sottoporreste al test?

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  • Adri G |

    Vorrei che facessero il test “subito” ad un famoso politico italiano. Tanto per sapere quanti anni di sofferenza ci rimangono ancora.

  • Berthus |

    Una domanda per non dormire:
    quanto ci vorrà a che l’Inps ed il Governo aggancino il requisito dell’età minima pensionabile al DNA?!
    Buonanotte…

  • rambaldo |

    non penso che farò mai questo test. non ho alcuna intenzione di mettermi una scadenza, di sapere quando morirò (più o meno precisamente) . a mio avviso una delle cose positive, se non l’unica, della morte è proprio quella di essere imprevedibile

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