I giovani statunitensi che hanno votato per il repubblicano John McCain o per il liberale Robert Barr alle presidenziali del 2008 subirono un precipitoso calo del testosterone, non appena la vincita di Barack Obama fu annunciata.Ha constatato il deplorevole stato degli elettori un'analisi del loro sputo. Niente paura, un civile sputo di 183 volontari raccolto a fini di ricerca da Kevin LaBar e da altri neuroscienziati della Duke University e dell'università del Michigan. Nessun turbamento ormonale invece per le donne di ogni colore politico e per gli uomini repubblicani, che anzi, quella fatidica notte, non hanno avuto l'abituale abbassamento serale dei livelli della molecola legata all'aggressività, a un comportamento più incline al rischio e alla risposta al pericolo.
Lo studio, pubblicato su «Plos One», non intendeva analizzare se per i maschi, pur senza bisogno di candidare veline e fotomodelle, la politica fosse anche una questione di virilità. L’obiettivo era capire se le stesse reazioni che si hanno durante la lotta per stabilire la gerarchia di dominanza in un gruppo si verificano anche in un caso come quello delle elezioni, dove la competizione non è diretta, ma vicaria, attraverso un candidato (la prossima analisi sarà sui tifosi). La risposta è sì: l’immedesimazione in McCain o Barr era tale da modificare la fisiologia dei votanti, proprio come accade quando un maschio perde e deve sottomettersi. Ma la risposta è anche che le elezioni provocano negli uomini uno scombussolamento del testosterone.
Pensate ancora che le nostre preferenze politiche siano il frutto di valutazioni puramente razionali?