«Higgs search update 4.07.12» recitava, con notevole understatement, il titolo della conferenza che si è tenuta ieri al Cern e che ha segnato un momento storico per l’istituzione ginevrina e per la fisica delle particelle. Dietro si nascondeva un segreto di Pulcinella: difficile frenare l’entusiasmo delle migliaia di fisici che hanno contribuito agli esperimenti Cms e Atlas quando, tre settimane fa, è apparso chiaro che dopo decenni il bosone di Higgs era stato trovato.
Aveva infatti già fatto il giro del mondo, ieri, la notizia dell’individuazione della traccia sperimentale di questa particella prevista a tavolino per spiegare perché le particelle acquisiscono una massa e come l’energia e la massa siano fra loro correlate. Ma ciò non ha impedito a Peter Higgs, 83 anni, seduto nell’auditorium gremito di ricercatori, di commuoversi nell’ascoltare le conclusioni di Fabiola Gianotti, la fisica italiana portavoce di Atlas, che ha entusiasmato la platea con semplicità e carisma. «Ci sono chiari segnali dell’esistenza di una nuova particella con una massa di circa 126 Gev, la significatività statistica è di 5 deviazioni standard (cioè la possibilità di sbagliare è una su tre milioni, ndr)», ha affermato Gianotti. «Non credevo che l’avrei vista prima di morire», ha commentato Higgs, che nel ’64 la ipotizzò in contemporanea a Robert Brout, Francois Englert e altri.
«La particella individuata potrebbe essere il bosone di Higgs previsto dal Modello standard – ha chiarito Gianotti – ma anche un altro bosone di Higgs, compatibile con un’altra teoria, per esempio quella della supersimmetria che, a differenza del Modello standard, spiega anche gravità e materia oscura. Ci vorranno 3-4 anni per capire meglio le proprietà di questa particella».
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Certo è che si tratta della prima particella scalare mai trovata (cioè con spin intrinseco zero) e che così «siamo penetrati nella fabbrica dell’universo a un livello dove non eravamo mai arrivati prima» ha commentato Joe Incandela, portavoce di CMS, osservando che si apre una nuova era di esplorazioni su scala fondamentale. Il bosone di Higgs sarebbe apparso nei primissimi istanti dopo il Big Bang quando, trascorso un decimo di miliardesimo di secondo, l'universo si era raffreddato. Allora avrebbe avuto luogo una delle trasformazioni più drammatiche di tutta la sua storia: con la comparsa del bosone di Higgs e del suo campo diffuso ovunque, cambiò la simmetria del mondo. Nacquero le particelle con la loro massa.
Ma il successo delle singole imprese non deve ingannare. «L’incapacità italiana di unire ricerca e industria ci ha fatto perdere molte occasioni – afferma il direttore della ricerca del Cern, Sergio Bertolucci -, come quelle che hanno saputo sfruttare Oxford instruments e Siemens nel campo dei magneti. Non solo, non possiamo pensare di avere un futuro sostenibile se continuamo a competere sui processi, e non sui prodotti. E se non ricominciamo a investire nella ricerca di base e nelle università. Pensi che i 600 ricercatori italiani che lavorano all’Lhc sono quasi tutti precari o semiprecari: spendiamo mezzo milione di euro per formarli e poi li regaliamo ai Paesi ricchi che li assumono. In Italia oggi si può assumere un ricercatore ogni cinque pensionamenti».
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