Le donne e gli elefanti non dimenticano mai, diceva Dorothy Parker. Non è questa la sensazione quando cerchiamo di studiare qualche soggetto particolarmente massiccio. A un certo punto il cervello ci pare satollo, niente sembra più poter entrare, a meno di non dimenticare qualcos’altro.
Ebbene, questa impressione rispecchia proprio ciò che accade nella nostra testa, se la guardiamo molto da vicino, osserva Kaoru Inokuci, dell’università giapponese di Toyama. In uno studio appena pubblicato su «Cell», il ricercatore mostra che i neuroni appena nati nel "centro della memoria" fanno spazio per nuovi ricordi cancellando quelli vecchi. Li buttano letteralmente fuori.
Da dieci anni, infatti, si sa che queste cellule si riformano anche negli adulti. In particolare nell’ippocampo, una regione associata all’apprendimento e alla memoria. Molti avevano ipotizzato che i neuroni appena nati servissero a fissare nuovi ricordi, ma non si sapeva come. Inkuci e altri colleghi hanno provato a vedere cosa succedeva nella testa di roditori se si bloccava la crescita dei neuroni o se la si aumentava (attraverso l’esercizio). Hanno così scoperto che le giovani cellule nell’ippocampo cancellavano le vecchie memorie (ovvero le connessioni tra neuroni preesistenti) e aiutavano a spostarle, in un’area di immagazzinamento a lungo termine che si trova nella neocorteccia.
È probabilmente quel che sta accadendo ora al vostro cervello, se ricorderete questa notizia. Inokuci ha preso in esame le paure, ma crede avvenga lo stesso per tutti i ricordi, compresi quelli più piacevoli.
Dimentichiamo molto di più di ciò che ricordiamo, scriveva nel 1732 Thomas Fuller, nella sua raccolta di proverbi Gnomologia. Secondo voi, lo potrebbe ancora affermare oggi?
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