«Ebbi un sogno che non era completamente un sogno. Il sole radioso si era spento, e le stelle vagavano oscurandosi nello spazio eterno, prive di raggi e perdute, e la terra coperta di ghiacci intenebrandosi ruotava cieca nell'aria senza luna; il mattino venne e svanì, ritornò senza portare il giorno». È l’incipit di Darkness (oscurità), scritta da George Gordon Byron nell’«anno senza estate». Così fu definito il 1816, dopo che l’eruzione più esplosiva in epoca storica, quella del vulcano indonesiano Tambora, nel 1815, provocò un’immensa nube di cenere. Oscurò l’atmosfera, per due anni la temperatura globale si abbassò, seguirono grandi piogge, inondazioni, carestie, epidemie, e insolite nevicate estive.
Il tempo apocalittico dell’estate del 1816 spinse un gruppetto di inglesi che si trovava in Svizzera a stare in casa e sfidarsi nella composizione di storie gotiche. C’erano Byron, il suo medico John William Polidori (figlio del segretario personale di Vittorio Alfieri), Percy Bysshe Shelley con sua moglie Mary Shelley. «Le straordinarie condizioni di freddo e buio portarono Byron a immaginarsi, in Darkness, la morte del sole e la conseguente fine della vita sulla terra», scrive Morton D. Paley, professore dell’università della California a Berkeley e autore di numerosi studi sull’arte e sulla letteratura romantica. A sua volta Mary Shelley iniziò Frankenstein, e Polidori scrisse Il Vampiro, primo racconto della letteratura moderna su questa creatura leggendaria.
L’eruzione del Tambora, e l’anno terribile che seguì ispirarono così la nascita di due archetipi della modernità, Frankenstein e Dracula, figure in cui Franco Moretti, in Segni e stili del moderno, riassume le paure della civiltà borghese. Non solo, le quasi duecento milioni di tonnellate di particelle di cenere sospese nell’atmosfera provocarono crepuscoli insolitamente intensi. Vennero catturati in alcuni splendidi dipinti di tramonti dalle atmosfere inquiete, carichi di rossi e gialli, firmati Joseph Mallord William Turner.
Cosa aspettarsi dall'eruzione del vulcano islandese sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull? Passeremo un anno freddino? Avrà qualche impatto sulla nostra cultura? Scrivete quel che pensate cliccando qui sotto sulla scritta "Commenti"