In inglese si chiamano Q (questioning). Chi non è etero (non è trans), non è omo e nemmeno bisex. Chi, insomma, non lo sa. E c'è anche chi si definisce "A": asessuale (www.asexuality.org). Questa settimana, su «Scientific American», lo psicologo Jesse Bering ha cercato di fare il punto sulla possibile esistenza di un quarto orientamento sessuale, quello di coloro cui il sesso non interessa affatto. Stiamo parlando di persone sane, senza traumi infantili, che nella loro vita non avrebbero mai provato alcun desiderio verso uomini o donne.
Gli studi scarseggiano. Secondo lo psicologo Anthony Bogaert, della canadese Brock University, gli asessuali sarebbero molti più di quelli che immaginiamo. Nel 2004, analizzando un sondaggio fra 18mila inglesi, ha scoperto che l'1% di questi diceva di non provare alcun tipo di attrazione (mentre il 3% si dichiarava gay). Da allora una manciata di ricercatori ha cercato di capire se si trattasse di un fenomeno biologico, come viene oggi generalmente considerata l'omosessualità, presente dalla nascita e non legato a malattie (tipo la sindrome di Turner), o semplicemente di un'ambigua "etichetta" che per varie ragioni di natura sociale e ambientale alcune persone preferivano attribuirsi.
Altri sondaggi hanno nuovamente messo in luce individui sani, maschi e femmine in ugual numero, che dicono di non sapere cosa sia il desiderio sessuale (alcuni però si adattano a quello dei loro compagni). Ma di segnali biologici, di predisposizioni genetiche, per ora, non ve n'è traccia. La questione resta aperta: è un fenomeno di natura puramente sociale o l'assenza di attrazione per il sesso vissuta dagli asessuali è dovuta a ragioni biologiche?
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