In Sud Africa, una grotta che guarda l'oceano indiano, è stato scoperto l'atelier di un artista risalente a 100mila annifa. Conchiglie usate come recipienti per pigmenti, macine e pestelli utilizzati per produrre il colore sono stati scavati a Blombos, 250 km a est di Città del Capo da Christopher S. Henshilwood della Witwatersrand University di Johannesburg e da altri ricercatori che annunceranno la loro scoperta domani su Science. Prima di questo ritrovamento, le più antiche tracce della bottega di un pittore risalevano a 60mila anni fa.
La bella grotta non è un luogo qualsiasi, ci spiega Francesco d'Errico, direttore di ricerca del centro nazionale di ricerche francese (Cnrs) a Bordeaux, ma italiano di nascita e formazione, che fa parte del team che ha messo a segno l'entusiasmante scoperta. "Questi scavi – spiega – sono avvenuti nello stesso luogo dove nel 2001 sono stati trovati frammenti di ocra e incisioni astratte risalenti a 70mila anni fa, la più antica traccia di arte astratta finora venuta alle luce. Sempre qui sono stati trovati ornamenti composti da conchiglie marine, alcune ricoperte di pigmenti, risalenti a circa 75 mila anni fa, che allora erano i più antichi esempi di gioielli (fino a che in Nord Africa non ne sono state trovate di più antiche, vecchie 100mila anni)".
I pigmenti contenuti nelle conchiglie di Blombos furono probabilmente usati dai primi Homo sapiens per dipingere i loro corpi, pareti di roccia o decorare oggetti molto semplici. Il loro ritrovamento mostra che i primi uomini avevano già una conoscenza elementare della chimica e un pensiero simbolico.
Quelli trovati nella grotta sudafricana non è il più antico esempio di uso di pigmenti. "In Zambia – spiega d'Errico – sono stati trovati frammenti di roccia probabilmente usati come pigmenti risalenti a fose anche 200mila anni anni fa, e le sepolture di neandertaliani scoperte in Medio Oriente e vecchie 120mila anni suggeriscono un certo pensiero simbolico. Ma più si risale nel tempo più l'interpretazione è speculativa. Qui invece l'interpretazione è molto più semplice, perché sono stati trovati insieme tutti gli strumenti per produrre il colore ed è stato possibile ricostruire tutto il processo di produzione".
"Le conchiglie sono "orecchie di mare", sul fondo si trova ancora il residuo del pimento secco, prodotto da due tipi di rocce rosse (due tipi di ematite) e ci sono tracce di minaerale giallo, chiamato goetite, che fanno pensare che questi contenitori siano stati usati più volte. Il pigmento era abraso attraverso una specie di grattugia, oppure la polvere era ottenuta tramite schegge poi triturate. Abbiamo anche trovatp frammenti di osso spugnoso che ci fa pensare usassero midollo come legante per la mescola, e anche un liquido, poiché è evidente una linea di disseccazione su una delle conchiglie. Non era perciò mescola densa ma liquida".
Possibile che questi uomini avessero il gusto del bello? Che dipingessero oggetti, superfici o il loro corpo a scopo estetico? "Il gusto del bello si sviluppa quando c'è un pensiero simbolico, e questi e altri ritrovamenti ci inducono a pensare che all'epoca fosse già sviluppata un pensiero e una cultura materiale simbolica" dice d'Errico.
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